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Lettera aperta al Presidente Giorgia Meloni: alcune critiche e un suggerimento per passare alla storia

(brogliaccio del video: www.youtube.com/watch?v=CwytTp5P9To)

Caro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni,

le scrivo questa lettera aperta con il rispetto dovuto alla sua carica e con la speranza che Lei possa cogliere, tra le righe di questa mia modesta riflessione, un’opportunità per entrare nella storia dalla porta principale, e non uscirne da quella posteriore, dalla quale molti leader politici italiani si sono trovati a passare senza lasciare traccia, se non nei libri di satira politica.

Mai come oggi, dai tempi passati che, almeno per adesso, sembrano tuttora più bui di quelli in cui ci tocca vivere, l’Italia ha visto ridursi lo spazio per la libertà di critica e di manifestazione. Sotto la sua guida e quella dei suoi inadeguati ministri, si è consolidato un clima in cui il potere, ancora un po’ goffamente, cerca di intimidire e reprimere chiunque osi sollevare un’obiezione, sia giornalista, sia magistrato, chicchessia. Sappiamo bene che la libertà di parola è una spina nel fianco per chi governa, ma sappiamo che la storia non è gentile con chi indulge troppo scopertamente nella prepotenza.

Mai come oggi, l’Italia e il suo governo si sono imbarcati in battaglie di bandiera contro piccolissime minoranze, per dimostrare ancora una volta che la politica, quando non ha un vero progetto, si sfoga sui più deboli. L’accanimento contro chi non rientra nei canoni di “normalità”, stabiliti probabilmente nelle note chat del suo partito, ne è un esempio lampante. Forte con i deboli, debole con i forti: una dinamica che conosciamo bene e che, diciamolo, fa tanto italianità.

Mai come oggi, l’Italia dispera una ripartenza. Siamo un paese che non guarda avanti, che non sogna più, che si rifugia nel passato e nelle nostalgie di “Dio, patria e famiglia”. Un paese di vecchi e per vecchi. Un paese che rischia di trasformarsi in una grande sala d’attesa, dove la gente aspetta qualcosa che non arriverà mai, mentre il resto del mondo va avanti. Caro Presidente Giorgia Meloni, non trova anche lei che l’Italia meriti una visione più ambiziosa, di quella che la riduce a un facilmente governabile gregge di burocrati e camerieri?

Mai come oggi, a proposito di essere deboli con i forti, ci siamo sentiti così poco partner e così tanto clientes dell’impero americano. E qui, caro Presidente Giorgia Meloni, lei brilla di luce riflessa, navigando nella scia dello sciocco arancione e del drogato più ricco del mondo. Per i suoi sostenitori più tonti, chiariamo subito: sto parlando di Donald Trump, il presidente da operetta, e di Elon Musk, il padrone pazzo del paiolo magico. Due uomini che hanno dimostrato che il potere, senza un minimo di criterio, può diventare soltanto grottesco. Lei, che è certamente più accorta di quanto i suoi stessi sostenitori vogliano ammettere, sa bene che l’Italia non può permettersi di essere solo una comparsa in questo teatro dell’assurdo.

Ma non è per questo che le scrivo. Non voglio elencare i tanti, troppi problemi del suo governo. Voglio darle un consiglio, un suggerimento che potrebbe cambiare il suo destino politico e consegnarla ai posteri non solo come la prima donna Presidente del Consiglio italiano, conseguimento che sappiamo già sarà offuscato dal suo aver raggiunto tanto obbiettivo non come donna, bensì come persona, ma come colei che ha fatto qualcosa di veramente utile e lungimirante per il nostro paese.

Caro Presidente Giorgia Meloni, faccia sua, con coraggio e senza ulteriori tentennamenti, la battaglia per il ritorno del nucleare in Italia. Lei ha il consenso, lei ha il dominio sul suo partito, ha oggi la capacità di decidere per il domani di noi tutti. I tempi sono maturi per rompere il velo di irrazionalità che ha avvolto l’Italia per quarant’anni, impedendole di dotarsi di un’energia sicura, pulita e affidabile. Noi italiani ci troviamo oggi con una delle bollette energetiche più alte d’Europa, con una dipendenza vergognosa dalle fonti esterne, e con una retorica ambientalista che spesso ignora la realtà dei fatti, condannandoci a rimanere ora e per sempre al di fuori della competizione internazionale.

Non perda tempo con fantomatici reattori di quarta generazione, non lasci spazio all’incompetenza dei suoi ministri e consiglieri, ma si prenda questa responsabilità storica. Lei non ha la capacità, lo dico non senza dispiacere, di riformare la scuola o di creare un ecosistema per l’innovazione e la ricerca, ma ha la possibilità unica di garantire all’Italia ciò di cui avrà più bisogno nei prossimi decenni: energia, indipendenza, futuro.

Le assicuro, caro Presidente Giorgia Meloni, che se accoglierà questa sfida, le garantisco che molti italiani che mai la voterebbero, proprio come me, un domani potranno dire di lei ciò che si dice del suo amato e più celebre predecessore: “ha fatto anche cose buone”. E, per una volta, non sarebbe una battuta.

La saluto con il rispetto dovuto alla sua carica, Signora Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e le auguro di saper interpretare il momento storico, almeno in questo. Perché la storia non aspetta nessuno e, spiace dirlo, allo stato delle cose da lei non aspetta niente.

Grazie della sua cortese attenzione.

Un cittadino.

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