Varie ed Eventuali

Il gigante bianco figlio di due regioni

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Pastori maremmano-abruzzesi in un momento familiare

Al di là delle svenevolezze, tutta Italia dovrebbe imparare dall’#Abruzzo il modo in cui l’uomo SI PUÒ relazionare armoniosamente con gli animali, selvatici e domestici. Soprattutto gli amici trentini e veneti (dove il mal pensare sale su su fino ai vertici delle istituzioni), ma anche gli scempi in questa nostra #Toscana del pecorino – per non parlare della barbarie austriaca e bavarese – dovrebbero confrontarsi con il modo in cui orsi e lupi possono essere rispettati e contemporaneamente integrati in un territorio alla ricerca di nuovi equilibri ecologici, invece che banalmente uccisi. E non parliamo certo di un territorio a bassa incidenza di pastorizia.

Inevitabilmente gli animi gretti e sciocchi vedono tutt’ora il rapporto con il predatore da una prospettiva belluina di pura competizione, attraverso un velo di paura, ignoranza e sete di sangue. Sono queste le persone che possono dettare l’agenda della politica ecologica? Non sono forse questi idioti, quelli che hanno causato, con le le ibridazioni e l’uso di “governare” il cinghiale l’attuale esplosione demografica di questo distruttivo animale?

Non è un caso che il grande guardiano delle greggi abbia una nomea forse anche peggiore degli animali da cui per sua natura egli protegge il gregge, presso questi stessi spiriti mediocri.

Amici abruzzesi, siate fieri e forti come i vostri – e nostri, che noi chiamiamo Pastori Maremmani – giganti bianchi.

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